La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. ART 9 COSTITUZ

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mercoledì 23 agosto 2017

CUI PRODEST?



Ecco l’elenco ponderoso delle norme che impongono una tutela paesistica a Erbusco. Viene da pensare che siano un tantino disattese visti gli interventi edilizi approvati: 
1) la delibera regionale del 2008 che istituisce il vincolo paesaggistico comunale
2) le norme del Piano paesistico comunale allegate al PGT del 2010
3) la delibera regionale dei criteri da rispettare nelle area a vincolo paesaggistico del 2011
Ci sono a Erbusco tante di quelle norme paesistiche in base alle quali la tutela dovrebbe essere massima. Diversamente perché sono state scritte? 
Vi invitiamo a leggere le norme di Erbusco e a soffermarvi in particolare sulle imposizioni riguardanti i centri storici!

DELIBERA Vincolo Erbusco 2008, pag. 20 e 21:  
https://drive.google.com/file/d/0B88bMDVZtA1dUy1uMDM2bXZZYjQ/view?usp=sharing

NORME del Piano paesistico comunale allegate al PGT di Erbusco del 2010: 

Delibera 2727 con i Criteri del 22/12/2011: 

mercoledì 16 agosto 2017

UN RESTAURO A REGOLA D’ARTE



A Pedergnano nella casa al n. 1 di via san Vito (si veda la foto) è stato da poco ultimato il restauro della facciata che risale al XV secolo.
Nel libro della prof.ssa Silvana Bozzetti, Conoscenza di una paese Pedergnano, 1988 si legge tra l’altro: “La casa che sorge nella zona sud-est del paese, nelle immediate vicinanze della chiesa di San Nicola, ricordata da alcuni come antico castello, presenta una struttura architettonica composta e massiccia con moduli e schemi ancora quattrocenteschi sia sulla facciata nord, sia sulla facciata est. […] La facciata a nord dell’edificio conserva la stessa impronta di fortezza e di austerità di quella a ovest, intervallata da finestre rettangolari molto semplici di origine tardomedievale”.
Anche l’Ing. Angelo Valsecchi nel suo studio NOTE DI URBANISTICA STORICA DI PEDERGNANO (Erbusco)  così descrive la costruzione: ”Si tratta di un edificio, posto su Via Trieste, di massiccia mole con due bei cantonali in parte realizzati in mattoni e parte in pietra calcarea di medolo con conci di medie dimensioni. La muratura era invece messa in opera in ciottoli a corsi generalmente orizzontali con malte di allettamento di calce e inerti non lavati e stesura di intonaco a raso sasso”.
Il restauro appena eseguito, a nostro avviso, è da annoverare tra quelli corretti e da additare come modello per altre ristrutturazioni del genere. La proprietaria aveva sistemato in passato l’interno dello stabile ricavandone due (2) appartamenti ed ora ha eseguito il restauro a regola d’arte della facciata, ottemperando a tutte le richieste di salvaguardia e di valorizzazione dell’edificio.
Non sarebbe stato possibile fare altrettanto nel caso dello stabile recuperato dalla Edilcorioni in via Vicolo Chiuso 1, a soli 30 metri di distanza, evitando di stravolgere la struttura esistente?
La domanda è rivolta ai politici, ai tecnici, agli storici, agli esperti, insomma a tutti coloro che direttamente o indirettamente ci mettono la faccia oltre che la firma.
Riportiamo una fotografia che documenta il restauro eseguito.