Anzitutto permettetemi di ringraziare tutti i cittadini che il giorno domenica 29 maggio 2016,
esprimendo un NO alle Porte Franche 2 , hanno
dimostrato un segno di attenzione e di amore per il loro territorio che merita
di essere tenuto in seria considerazione e che costituisce la base da cui
partire per le prossime scelte urbanistiche del nostro Comune.
I partiti politici (Lega Nord, PD, Rifondazione Comunista,
Movimento 5 Stelle) contrari all’operazione hanno avuto un peso enorme nel
conseguimento della vittoria del no, ma permettetemi di ringraziare soprattutto
le tre associazioni ambientaliste che operano sul nostro territorio e che in
modo diverso hanno fatto la loro parte: oltre al nostro Comitato, ricordo
l’operato del Circolo Legambiente e del Gruppo Ekoclub.
La vittoria del No rappresenta un punto d’arrivo importante
per chi si è battuto con la sola forza delle idee contrastando il progetto
messo in campo dall’A.C e dalla Moretti spa, ma costituisce anche un punto di ri-partenza
per il futuro dell’intera Franciacorta, non solo di Erbusco. Credo che non
poco abbiano pesato i pareri contrari espressi da molte forze politiche
“esterne” e ciò non può che spingerci ad una visione politica diversa rispetto
a quella fin qui prospettata.
Alcuni anni or sono, è stato bloccato un pesante intervento
cementificatorio sulle sponde del laghetto del Sala, un’area umida importante
per la flora e la fauna che ci vivono e per gli equilibri dell’ecosistema. Oggi
si è fermato lo sbancamento di una collina morenica che è lì da migliaia di
anni e che costituisce, già così com’è, un polmone verde in un’area fortemente
inquinata dalle polveri sottili e dallo smog. Al contempo con il voto di domenica,
i cittadini di Erbusco hanno ribadito il loro no al riempimento della Cava
noce, che dovrebbe essere quindi restituita alla collettività come parco pubblico.
Dietro l’angolo poi c’è il rischio di veder calare un nastro di asfalto lungo
alcuni Km per realizzare un’inutile tangenziale nella bellissima zona a est del
Santuario di Adro, intervento che deve essere impedito e contrastato nella
maniera più assoluta.
Solo con un’idea complessiva della Franciacorta, che
potrebbe realizzarsi con l’istituzione del Parco agricolo, gli abitanti di
questa bellissima zona vedrebbero salvaguardato ciò che resta di verde e
potrebbero anche, grazie ai fondi regionali stanziati, veder valorizzato un
territorio che ha nell’agricoltura e nel turismo culturale e naturalistico le
sue risorse più preziose. Dei segnali positivi e incoraggianti non mancano: ad
esempio da qualche tempo molti viticoltori, sostenuti anche dal Consorzio,
hanno intrapreso un interessante cammino di conversione al biologico che oltre
ad essere una mossa azzeccata sotto il profilo imprenditoriale, costituisce
anche un bel segno di attenzione al territorio e ai suoi abitanti. E fino a
qualche anno fa chi lo avrebbe detto?
Sospinto dalle parole di un filosofo della modernità ritengo
che non solo si possa ma si debba cambiare, correggendo le storture che una
certa visione economica ha prodotto e produce ancora nella nostra società:
“Una volta era la religione a dirci che eravamo tutti
peccatori a causa del peccato d’origine. Oggi è l’ecologia del nostro pianeta
che ci accusa di essere tutti peccatori a causa dell’eccessivo sfruttamento
dell’ingegno umano. Una volta era la religione a terrorizzarci con il Giudizio
universale alla fine dei tempi. Oggi è il nostro torturato pianeta a predirci
l’approssimarsi di quel giorno senza alcun intervento divino. L’ultima
rivelazione, che non giungerà da alcun monte Sinai, né da alcun monte delle
beatitudini, né da alcun albero della bodhi
di Buddha, è il grido silenzioso che proviene dalle cose stesse, quelle che
dobbiamo sforzarci di risolvere per arginare i nostri poteri sul mondo,
altrimenti moriremo tutti su questa terra desolata che un tempo era il creato”.
(Hans Jonas)